Certe volte la vita è strana. Tra tutti gli animali che vivevano nel paese sperduto tra le colline proprio Sophie era diventata la paladina della giustizia. Lei che mai avrebbe pensato di attirare l’attenzione era riconosciuta e acclamata da tutti.
Ed è strano perché Sophie non è grande e non fa paura. Non inganna e non riesce a fingere. È pacata e lenta come una tartaruga.
Lei è una topolina con gli occhi vispi, una chioma di ricci neri e delle simpatiche fossette che quando ride la rendono più bella. Pensavano che sarebbe diventata un medico, una cuoca o una fotografa ma nessuno si sarebbe mai immaginato che sarebbe diventata la più grande combattente del paese.
Invece un giorno se lo trovò di fronte. Un uomo pieno di energie che la squadrò per bene e poi con una voce possente le comandò “Tu piccola topolina, parti con noi!”
“Noi chi?” domandò Sophie.
“Noi avventurieri, sempre pronti a trovare missioni di vita lontane da qui.”
Sophie amava sognare ad occhi aperti e iniziò ad immaginare il mondo lontano in cui sarebbe approdata. Però che paura! Lasciare tutto e tutti, per quanto tempo? E quale era la meta? Cosa avrebbe dovuto portare con sè?
Mentre la sua mente vagava senza rendersene conto si trovò a salpare i mari arrivando nella terra dove il sole picchia tutto il giorno, il suolo è brullo e lascia a tutti una profonda nostalgia.
Sophie non sapeva bene perché si trovava lì. In fin dei conti nessuno gliel’aveva detto e lei imbarazzata non aveva chiesto. Così fece quello che sapeva fare meglio: osservare. Guardava tutto quello che la circondava. C’era qualcosa in quella gente, in quei modi di fare, in quello stile così diverso da quello a cui era abituata che le fece venire voglia di fare qualcosa. Così decise di tornare a casa.
Pensò che l’armonia vissuta in quella terra poteva trovarla anche nel suo paese sperduto tra le colline. Ma come? Se la voleva doveva crearla! Chiamò a rapporto tutti i topolini che conosceva per un progetto davvero strano: trasformare il paese in una casa per tutti, anche per chi apparteneva a terre lontane come quella che aveva visto. I topolini si chiedevano cos’è successo a Sophie? Ma è diventata matta? Però alcuni decisero di aiutarla e si trovarono a insegnare a vivere a tantissimi piccoli che erano considerati diversi perché non parlavano bene la lingua, non imparavano in fretta, non stavano al passo con i tempi.
Sophie in loro vedeva il futuro e pensava che grazie a quei piccoli tanti adulti come lei stavano abbracciando un nuovo modo di vedere il paese. Ma non bastava.
Mise da parte la sua timidezza, prese un megafono sempre con sé e sia nelle piazze che nelle strade, nei locali e nelle case Sophie diffondeva ovunque il suo credo. Più parlava più convinceva. Più convinceva più si diffondeva la voce di una topolina che creava integrazione, superava le diversità, costruiva ponti tra le differenze. Tanti macinavano chilometri per conoscerla e verificare che tutto fosse vero. Una topolina capace di tutto questo? si chiedevano increduli.
Ma proprio quando tutto sembrava andare al meglio Sophie scoprì che la più grande battaglia doveva ancora combatterla. Un essere oscuro voleva offuscare anni e anni di gioie. Davanti a quell’essere mostruoso Sophie si fece piccola piccola. I topolini appena appresa la notizia scatenarono un rapido scambio di informazioni. Il paesino e le genti delle valli vicine si dissero dobbiamo fare qualcosa! e così si trovarono tutti a fianco di Sophie pronti per fare quello che lei aveva insegnato a tutti: combattere per le cose che si credono importanti.
E con loro Sophie si sentì al sicuro perché finalmente capì la ragione per cui tra tanti quell’uomo parecchi anni prima aveva scelto lei. In ogni viaggio ci vogliono occhi per vedere, orecchie per sentire, cuore per amare. Ma ci vuole anche il coraggio di farsi toccare perché senza sentimento nessun cambiamento sarebbe possibile. E lei, una topolina come tante, aveva un cuore grande, il cuore giusto, per trasformare sé stessa e migliorare la vita del suo paesino.