Aveva ascoltato quella storia milioni e milioni di volte. Era la sua preferita e ogni volta che trascorreva le vacanze dai nonni li supplicava per ascoltarla ancora una volta. Bibi aveva provato a chiedere qualche fiaba classica ma non c’era nulla da fare: Tommy voleva sempre e solo Il tesoro del Gigante. Impazziva per quella leggenda. Bibi si meravigliava di come Tommy rimanesse incantato ad udire il racconto, così senza lamentarsi, per amore di suo cugino, si accoccolava vicino ai nonni e insieme ascoltavano la storia.
“Tanto tempo fa, nella radura vicino al fiume, viveva un gigante di nome Flut. Era enorme, forte e possente. Solo in mezzo alla radura si divertiva a fare dispetti a tutti: rubare dalle case degli gnomi tutti i cappelli per usarli come copri dita, svaligiare le tane degli scoiattoli dalle riserve di nocciole per farne delle collane, liberare le galline dai pollai per lanciarle in aria e polverizzare le coltivazioni con un colpo di tosse.
Flut aveva un gran debole per il luppolo e riusciva sempre a spaventare gli gnomi per farsi dare tutte le botti che voleva. Durante le sue gran bevute provava qualche piccola magia e riusciva a trasformare in caramelle tutto quello che desiderava. Mangiava e beveva così tanto che la notte lo si sentiva russare fino in capo al mondo.
Flut era un gran golosone ma non condivideva i suoi averi con nessuno. Anzi! Quando qualche gnomo provava a chiedergli un dolcetto, Flut emetteva un forte starnuto e li faceva volare in posti lontani. Per colpa di Flut gli abitanti del paese non avevano cibo così erano costretti a mettersi in fila per chiedere qualche caramella. Quella coda di gnomi lamentosi dava fastidio a Flut che decise di nascondere i suoi dolci in un posto segreto, all’interno di una caverna. Poi raccolse tutta l’aria che potè e fece uno starnuto così forte da far volare via tutti gli gnomi in coda. Da allora nessuno chiese più niente a Flut ma lui continuava a fare dispetti e a prendere le botti di luppolo.” A questo punto della storia Bibi si addormentava sempre mentre Tommy chiedeva ai nonni di continuare.
“Gli gnomi impauriti e stanchi delle sue prepotenze decisero di aggiungere al luppolo una miscela magica per farlo addormentare. Flut bevve tutto d’un fiato il contenuto della botte lasciandone però qualche goccia sul fondo. Quando gli gnomi se ne accorsero sapevano cosa avrebbero dovuto fare: silenzio, perché senza quelle gocce prima o poi Flut si sarebbe svegliato e sarebbe stato più arrabbiato che mai…”
Tommy era affascinato da quella storia. Vicino a loro uno spaventoso gigante dormiva sonni tranquilli proteggendo una riserva di caramelle…doveva assolutamente trovare il tesoro! Diventerò il bambino più ricco del mondo fantasticava ad occhi aperti.
Decise così di architettare un piano. Studiò la radura dall’esterno, cercò informazioni su flora e fauna locale, prese diversi libri che raccontavano aneddoti del posto. Fece qualche intervista agli abitanti del paese per avere informazioni sul corso del fiume. Annotava tutto su un piccolo block-notes colorato con la sua penna fluorescente. Impiegò diversi mesi prima di avere un quadro completo e quando tutto fu pronto iniziò a disegnare la mappa con tutti i dettagli che aveva raccolto.
“Cosa disegni?” chiese Bibi sbucando da dietro le sue spalle.
“Niente, niente…” rispose subito Tommy coprendo con le braccia la mappa.
“Fammi vedere, so mantenere un segreto!” gli strizzò l’occhiolino complice del mistero.
Tommy pensò che non lo avrebbe lasciato in pace e senza quiete non poteva concludere la mappa.
“Promettimi di non dirlo a nessuno!” la minacciò con un dito.
“Lo giuro!” fece Bibi alzando la mano sul cuore.
“Voglio scoprire il tesoro del Gigante Flut…” sussurrò Tommy guardandosi in giro per assicurarsi che non ci fossero spie.
“Oh!” si fece scappare Bibi impressionata dall’avventura. “Come farai?” chiese curiosa.
“Ho studiato tutto e sono sicuro di essere sulla pista giusta. Sto costruendo questa mappa che mi aiuterà dentro la radura ad arrivare al tesoro. Una volta trovato prenderò un po’ di dolcetti alla volta per non farmi scoprire e diventerò il bambino più ricco del mondo!” raccontò.
“Cosa prevede il piano?” chiese ancora Bibi con i suoi riccioli lunghi che cadevano sulla mappa. Tommy la guardò con i suoi profondi occhi scuri. “Se te lo dico…”
“Ho promesso di non rivelare niente a nessuno!” si infastidì Bibi.
“Mi sveglierò prima dei nonni, metterò calze pesanti, pantaloni lunghi, maglia e felpa. Prenderò uno zaino con tutto l’occorrente: torcia, fune, acqua, viveri e un coltello.” disse indicando lo zainetto. “Oh mamma mia…” fece impaurita Bibi.
“Il coltello serve per tagliare le fronde delle piante, Bibi. Seguirò il percorso segnato sulla mappa e arriverò fino alla grotta. Poi tornerò indietro e lascerò i dolci nel garage dei nonni…”
“Posso venire con te Tommy?” chiese Bibi.
“No, questa è una cosa da maschi!” rispose brusco Tommy.
“Io sono coraggiosa!” replicò Bibi.
“No, è pericoloso e tu non sei pronta.” così dicendo la chiuse fuori dalla camera. Doveva finire la sua mappa.
Bibi non riusciva a chiudere occhio quella notte. Cosa ci vuole per essere pronta? si domandò scrutando il cugino che dormiva beato al suo fianco. Avevano sempre giocato insieme e Tommy sapeva che era veloce e furba. Se non mi vuole con sè ci andrò da sola! decise. Prima dell’alba prese lo zaino che Tommy aveva preparato, strinse forte a sé la mappa disegnata con cura dal cugino, socchiuse la porta della camera, scrutò prima a destra e poi a sinistra per verificare se la strada fosse libera.
Ora! si disse e veloce come un fulmine corse all’esterno. Si sentiva leggera come una rondine. Corse fino alla radura del bosco accanto al fiume.
“Tesoro del Gigante…” urlò al bosco come quando giocava a nascondino “Sono venuta a prenderti!” e così dicendo si infilò tra la fitta vegetazione senza sapere che il Gigante dormiva poco distante da lei e che qualsiasi rumore forte lo avrebbe svegliato.
Appena udì le rondini cinguettare Tommy saltò sul letto. Prese i vestiti che aveva piegato con delicatezza il giorno prima. Nemmeno una grinza! disse tra sé e sé pensando che la mamma sarebbe stata contenta di vedere come era ordinato. Era pronto, mancava solo il suo zaino e poi sarebbe partito. Sono sicuro di averlo messo qui ieri… si disse mentre osservava la stanza intorno a sé. Accidenti che fine ha fatto? si domandò accucciandosi per guardare sotto il letto. Alzando la testa vide che il letto di Bibi era vuoto e sfatto. Cercò con lo sguardo la mappa e subito gli fu tutto chiaro.
Oh no, che disastro! Devo trovarla prima che sia troppo tardi! pensò Tommy e corse a perdifiato verso la radura.
…
I raggi del sole filtravano tra le fronde degli alberi. I rami erano ancora carichi di foglie che allontanavano la luce e mantenevano una fresca temperatura nel bosco. Intorno a sé tutto era verde: l’erba, il muschio che si arrampicava sui tronchi e cospargeva le rocce, le foglie che svolazzano sulla sua testa. L’ambiente era speciale come se fosse rimasto immutato nei secoli. Non era mai entrato nel bosco per paura di disobbedire ai suoi genitori.
Come sapeva c’era una stretta strada di ciottoli e sassi bianchi che divideva in due la boscaglia, la prese e camminò diversi minuti prima di arrivare al ponte. Dalle ricerche sapeva che il ponte era sopraelevato di qualche metro dal ruscello sottostante. Quello che non sapeva era che il ponte aveva solo metà assi e sembrava parecchio ammuffito.
“Ora cosa faccio?” domandò ad alta voce rivolgendosi a sé stesso. Fissò il ponte da vicino cercando di capire come arginare il problema. “Potrei saltare tre assi alla volta ma il balzo farà cedere un lato del ponte già instabile…” constatò.
“Oppure potresti cercare un tronco abbastanza lungo per collegare questa parte di terra con l’altra!” gli suggerì un piccolo gnomo sbucando dall’erba.
“Tu chi sei?” domandò Tommy allo gnomo.
“Sono Richi lo gnomo che gestisce i rischi!” rispose tutto sorridente il piccolo gnomo. Portava dei grandi occhiali e una barba lunga lunga. Aveva un gilet marrone, camicia, pantaloni verdi e piccoli stivali colorati.
“Dove è il tuo cappello?” chiese Tommy pensando che un vero gnomo si riconosce dal cono in testa.
“Me lo ha rubato tanto tempo fa il Gigante e per lungo tempo sono rimasto senza. Ero molto triste ma poi ho scoperto che la mia sfera-disse indicando la testa pelata- riflette la luce della luna e io, a differenza degli altri gnomi, posso muovermi anche al buio. Da quel momento non ho più ripreso un altro cappello!”
Tommy trattenne una risata pensando a quante volte il papà lo aveva guardato storto dicendogli Non essere maleducato!
“Cosa mi dicevi a proposito del tronco? Io non ho braccia forti e nemmeno un’ascia per tagliare un albero…” continuò Tommy.
“A questo posso porre rimedio io. Conosco una squadra di abili falegnami disposti ad aiutarti!”
“Aiutarmi? Anche se non sapete perché devo attraversare il ponte?” domandò Tommy curioso.
“Piccolo umano non serve sapere sempre tutto. I tuoi occhi parlano per te e si vede che sei una persona buona in cerca di qualcuno…o di qualcosa! Ti aiuteremo perché insieme è più facile arrivare all’obiettivo.” Tommy rimase a bocca aperta. Lui aveva voluto escludere Bibi dalla sua avventura per paura che lo rallentasse.
“Allora accetto…grazie!” disse timido Tommy.
Richi non se lo fece ripetere due volte, tirò fuori dal suo gilet una foglia con l’antenna e chiamò i falegnami. Venti gnomi accorsero in un batter d’occhio e portarono un tronco lungo fino alla sponda opposta.
“Come posso sdebitarmi?” chiese Tommy.
“Sdebitarti e di cosa? Trova il tesoro che cerchi, faremo una grande festa!” disse Richi.
A queste parole Tommy non sapeva se lo gnomo si riferisse a sua cugina Bibi o al tesoro del Gigante.
“Vuoi venire con me?” chiese allo gnomo.
Richi controllò la sua agenda. “Accidenti questa settimana sono pieno di impegni. Facciamo così…” disse pescando dalla tasca del gilet una piccola cimice viola. Gliela appicciò alla felpa dicendogli “Ovunque tu sarai parla alla cimice, saprà mandarmi il tuo messaggio e dirmi dove ti trovi. Sarò da te appena mi vorrai!”
…
Era comparso all’improvviso e all’improvviso sparì insieme ai piccoli falegnami. Tommy gattonò sul tronco arrivando all’altra sponda. C’era qualcosa di diverso da poco prima. Guardò attentamente e si rese conto che mancava la stretta strada di ciottoli e sassi.
Se la strada non c’è più in quale direzione sarà andata Bibi? si chiese il piccolo Tommy scrutando la fitta vegetazione intorno a lui. Alcuni rami sembravano più corti degli altri, come se qualcuno li avesse tagliati. A terra sembravano esserci delle impronte di piede umano. Ma certo! Bibi avrà usato il mio coltello per farsi strada! giunse alla conclusione e proseguì tra le fronde tagliuzzate. Nel bosco si sentivano solo uccellini e animali che passavano tra il fogliame. Tommy aveva fame ma nella fretta aveva scordato il cibo. Accidenti che maldestro, dovrò trovarla a pancia vuota…si lamentò e sempre più affamato pensò di avere le allucinazioni. Musica? Da dove viene? si interrogò e mosse i piedi alla ricerca di quella graziosa melodia. Speriamo che ci sia anche Bibi si disse Tommy ma le sue speranze caddero in un batter d’occhio. Sentiva ancora musica ma non vedeva nessuno.
“Ehi, sono qui!” urlò una voce in cima a un albero.
“Chi mi chiama?” domandò Tommy alzando il naso al cielo.
“Sono io, Vero lo gnomo che vive sopra al pero!”
“Perché vivi sopra un pero?” chiese curioso Tommy. “Non saresti più comoda qui sotto?”
“Sei matto? Da qui posso ballare, cantare, sognare e guardare tutti di nascosto! Poi cucino, cucio, preparo il tè e mi invento tante barzellette. Vuoi un tè anche tu?”
Tommy si illuminò ma subito gli vennero in mente le parole della mamma Mai prendere tè dagli sconosciuti! Cosa doveva fare? Vero sembrava così carina.
“Se non vuoi il tè ho la torta al cioccolato!”
Bastarono quelle parole e Tommy si arrampicò sull’albero. La casa di Vero era spaziosa, arieggiata e si poteva toccare il cielo con un dito.
“Di notte è ancora più bello…” disse Vero notando Tommy che studiava l’ambiente “Vengono sempre le stelle a farmi compagnia e mi raccontano tutto quello che hanno sognato durante il giorno mentre io racconto cos’ho fatto… siamo molto amiche, io e le stelle!”
Vero aveva dei capelli lunghi raccolti in una treccia a lato del collo. Portava una tutina a righe orizzontali arancio e verde. Diede la torta a Tommy e gli riempì il piatto fino a quando non gli parve di un colorito più allegro.
“Dimmi piccolo uomo cosa stai cercando?”
“Mia cugina, si chiama Bibi è… scomparsa…”
“Bibi? Mi ricorda qualcosa questo nome…” disse grattandosi la testa Vero. “Perché è scomparsa?”
“Io…l’ho esclusa da una missione…” disse sottovoce Tommy.
“Una missione tipo 007 Agente speciale? Adoro questo genere di film!” Vero non stava più nella pelle. Era saltata sulle mani del piccolo Tommy e voleva sapere tutti i dettagli. Tommy era titubante…un’estranea voleva sapere i suoi segreti, il suo piano per conquistare il tesoro del Gigante, come poteva fidarsi? La conosceva da così poco.
“Tommy non vorrai lasciare una sola fetta di torta nel vassoio!” interruppe i suoi pensieri Vero che riusciva a saltare da un discorso all’altro.
“Pensavo la volessi tu, non ne hai mangiata nemmeno una fetta…” rispose Tommy.
“Tra noi due quello più affamato sei tu, hai un gran bisogno di energie per continuare il tuo viaggio. Io sono felice che ti sia piaciuta!”
Gli gnomi sono davvero strani: buoni e gentili pensò Tommy e decise di raccontare la verità a Vero lo gnomo che vive sopra al pero.
“Hai visto passare per di qua una bambina, grande come me, però bionda e riccia?” chiese Tommy. “Purtroppo no. Chissà forse ero intenta a ballare o a cucinare la torta… ma se vuoi compagnia posso venire con te alla ricerca di Bibi. Conosco il bosco, è la mia casa.”
Vero lo aveva convinto. Senza mappa e zaino aveva bisogno di una bussola. Così terminarono la merenda e proseguirono il cammino.
…
Vero conosceva bene la radura. Sapeva come muoversi, saltellava di qua e di là. Aveva con sé una sacca piena di oggetti preziosi. Ogni gnomo che incrociava sulla strada lo fermava e gli donava un oggetto. Che sia una scusa per fermarsi a riposare? pensò Tommy.
“Cosa consegni a tutti gli gnomi?” le domandò per capire le intenzioni di Vero.
“Guarda…” disse tirando fuori dalla sacca dei colorati granuli “sono luppoli speciali, una mia invenzione. Beh mia e di Richi lo gnomo che gestisce i rischi, mi ha aiutato a produrli. Se mangiati questi luppoli rendono cattivo il liquido giallo di cui va matto il Gigante. Li abbiamo inventati per aiutare chiunque incontri Flut e farglieli assaggiare. Il loro sapore costringerà il Gigante ad orientarsi vero nuovi gusti e finalmente lascerà in pace il nostro amato bosco.”
“Sei fantastica Vero!” disse il piccolo Tommy dispiaciuto per aver dubitato di lei.
Si trovarono di fronte a una gigantesca pozzanghera.
“Fermo!” urlò Vero a Tommy che subito si fermò spaventato.
“Cosa succede?” chiese il bambino.
“Stavi per mettere piede nelle sabbie mobili…guarda!” disse lanciando un legnetto nella pozzanghera scura. Il legno lentamente venne risucchiato.
“Mi hai salvato!” disse incredulo Tommy perché nei suoi appunti non aveva scritto che ci potessero essere sabbie mobili. Si preoccupò subito per Bibi. Speriamo se ne sia accorta in tempo pregò tra sé e sé.
“Ora come facciamo?” interrogò lo gnomo.
“È una bella domanda, non era mai stata così grande, non abbiamo spazio per costeggiarla…” rispose Vero.
“Aspetta ho un’idea!” disse Tommy premendo la cimice Viola che aveva sulla felpa. “Gnomo Richi mi senti?
Siamo in pericolo!”
Qualche secondo più tardi una voce distante gli parlò dalla cimice.
“Tommy dove sei? Cosa succede?”
“Sono con Vero lo gnomo che vive sul pero in mezzo alla radura. Una grande pozzanghera di sabbie mobili ci sbarra la strada e non sappiamo come superarla.”
“Guardati intorno e usa l’immaginazione…cosa vedi?” domandò Richi.
Intorno a lui c’erano alti alberi con rami morbidi che cadevano a terra. Ma certo! Potremmo usarne uno come liana! pensò. Mise Richi al corrente della sua idea, con la sua approvazione e con qualche consiglio di aereodinamica fece volare Vero dalla parte opposta delle sabbie mobili. Poi la seguì.
“Missione compiuta!” si batterono un cinque e salutarono Richi.
…
La frenesia della giornata aveva messo sonno ad entrambi. Decisero di concedersi qualche minuto di pace trovando ristoro in un piccolo locale di gnomi. Mangiarono e poi chiusero gli occhi per ritrovare le energie.
Uh-uh uh-uh un gufo svegliò Tommy.
“Oh no è già notte!” disse mentre l’ansia prendeva il sopravvento. “Vero, dobbiamo andare a cercare Bibi…” urlò chiamando l’amica.
“Come facciamo a muoverci siamo senza torcia e non si vede nulla. Aiuto, Bibi sarà preoccupatissima…” continuò ansimando.
“Calma Tommy, calma. A tutto possiamo trovare una soluzione. Cosa possiamo fare se non abbiamo la luce?” “Io…io non lo so!” scoppiò a piangere. Aveva paura per la cuginetta il buio non le era mai piaciuto. Vero si accoccolò sulla sua spalla e gli sussurrò una dolce canzone.
“Ehi piccolo umano…serve una sfera luminosa?” domandò una voce gracchiante proveniente dalla cimice.
“Richi!” disse meravigliato Tommy asciugandosi gli occhi. “Si, vieni subito!”.
Come era suo solito d’improvviso Richi arrivò. Senza il cappello rifletteva alla perfezione la luce della luna e illuminava il cammino. Insieme proseguirono nell’oscurità ma Tommy aveva freddo. Vero prese diverse foglie e costruì con abilità un mantello per coprirlo.
“Tieni” disse appoggiandolo sulle spalle di Tommy “ora sembri un piccolo super eroe!” e sorridendo proseguirono.
“Non trovi che sia strano?” sussurrò Vero all’orecchio di Richi cercando di non farsi sentire dal piccolo Tommy.
“Di solito a quest’ora si sente un gran russare…” continuò a bassa voce lo gnomo.
“Si sarà svegliato?” chiese impaurita Vero.
“Lo scopriremo tra poco…escogitiamo un piano per nascondere Tommy.” decise Richi.
Al limitare del bosco Vero e Richi comandarono a Tommy di aspettare in silenzio. Sporsero le testoline dal fogliame e si accorsero che la caverna in cui erano nascosti i dolci del Gigante non era più protetta. Qualcuno doveva essere entrato. Ma chi?
Quando si voltarono Tommy era sparito.
“E adesso?” chiese Vero a Richi.
“Io lo cerco, tu chiama gli altri!”
Così corse in cima ai rami degli alberi per osservare le cose lontane. Lo vide mentre cercava di entrare nella caverna.
Ci sono quasi, se il tesoro del Gigante è qui come hanno detto gli gnomi forse troverò anche Bibi…
“Fermo Tommy, è pericoloso!” urlò la voce di Richi alle sue spalle.
Ma ormai era fatta. Era dentro alla caverna.
…
La caverna era profonda e scura. Dove appoggiava le mani sentiva umido e diversi insetti si arrampicavano lungo le sue braccia. Tommy trattenne un urlo quando un piccolo ragno si infilò nella sua felpa. I piedi scivolano sulla parete rocciosa bagnata e più volte cadde a terra. Decise allora di gattonare e di inoltrarsi sempre più a fondo…prima o poi sarebbe arrivato al tesoro.
Un suono profondo e spaventoso raggiunse le sue orecchie. Scappa, scappa! si disse. Poi però pensò a Bibi. Se si trova è nei guai? Devo andare a salvarla. Raccolse dentro di sè tutte le forze e corse lungo la caverna. Vide in lontananza una luce. Ci siamo. Poi udì una voce familiare.
“Oh no, non ce la faccio più!” si lamentava Bibi.
È lei l’ho trovata! Se qualcuno le sta facendo del male dovrà vedersela con me… pensò Tommy mentre si appostava dietro una roccia per sbirciare. Una figura grande e grossa copriva tutta la sua visuale e oscurava quel poco di luce presente. Flut…si disse guardando la maestosità del Gigante. Era il momento per salvare Bibi, prendere i dolci e tornare a casa. Si arrampicò sulla roccia e quando fu all’altezza giusta si lanciò nel vuoto urlando “Lasciala stare brutto mostro!”.
Il Gigante non vedeva nessuno in giro. Poi sentì un peso sulle spalle e si accorse che il piccolo uomo gli era saltato addosso.
Tommy iniziò a tirare i capelli e le orecchie del Gigante. Flut inerme guardava la piccola sotto di lui che rideva a crepapelle.
“Tommy, come ti sei vestito?” chiese Bibi al cugino interrompendo il salvataggio. Tommaso si fermò e vide Bibi tutta sorridente seduta in braccio al Gigante.
“Scusalo, Flut, ha la sindrome da super eroe!” disse Bibi e il Gigante prese Tommy con le sue mani grandi e lo appoggiò per terra.
“Ti ho cercata ovunque, cosa ci fai qui? Lo sai che potrebbe farti volare via?” disse preoccupato Tommy.
Bibi quella parte della storia non l’aveva mai sentita quindi non aveva paura del gigante.
“Volevo dimostrarti che sono coraggiosa anche io e che posso essere la compagna delle tue avventure…” ammise con occhi bassi Bibi. Non fece in tempo a dire altro che alle loro spalle sentirono gridare.
“Leghiamolo!” centinaia di piccoli gnomi assalirono Flut, spostarono Bibi di lato e legarono il Gigante con le corde.
“Da oggi in poi non farei più del male a nessuno!” sentenziò il vecchio gnomo.
Bibi non credeva ai suoi occhi. Cosa stava succedendo. Tommy la prese tra le braccia ma lei si liberò subito e
agitandosi iniziò a dire a voce alta.
“Fermi, fermi cosa state facendo deve esserci un errore, lui è mio amico!”
Vero rimase di stucco. “Amico?” tutti gli gnomi si boccarono di colpo.
“Sì, quando è scesa la notte ho preso la torcia dallo zaino ma sono inciampata in una radice, la torcia è volata in aria ed è caduta dritta dritta nell’orecchio di Flut. Io mi sono messa a piangere come una disperata perché ho sempre avuto tanta paura del buio. Lui si è svegliato, ha tentato di consolarmi ma io non smettevo di lamentarmi. Allora mi ha detto di non preoccuparmi perché aveva un segreto da condividere con me che mi avrebbe resa felice. Ha accesso il fuoco, mi ha messo sulle sue spalle e mi ha condotto dentro la sua caverna dei dolci. Ne abbiamo mangiati così tanti che ora mi scoppia la pancia!” raccontò indicando il suo pancino tondo.
Gli gnomi erano incantati. “Il Gigante è diventato buono?” si chiesero.
Flut non sapeva di cosa parlavano. Lui si era appena svegliato da un sonno profondo e l’unica cosa che ricordava erano i suoi dolci.
“Cosa puoi dire per farci credere che sia la verità?” domandò Richi al Gigante.
“Io…posso regalarvi i miei dolci. Non ricordo altro del mio passato…” gli gnomi sapevano che quello era un gesto d’amore del Gigante perché non aveva mai dato dolci a nessuno. Si convinsero della sincerità di Flut e ordinati in coda andarono a mettere nei loro cappelli i dolci. Tommy guardava la scenda impietrito. Il mio tesoro…i miei dolci… Vero si avvicinò al piccolo uomo.
“Perché sei arrabbiato? Sei riuscito a trovare la tua cuginetta!” gli ricordò con una pacca sulla spalla.
“A dire il vero pensavo che avrei portato a casa anche il tesoro e che sarei diventato il bambino più ricco del mondo…” rispose triste.
Con la bocca piena di dolci Bibi corse verso Tommy.
“Tommy guarda che bello, sono tutti contenti! Per fortuna hai portato tutti gli gnomi nella caverna così hanno potuto prendere la loro parte di caramelle. Meno male che ci sei tu!” disse abbracciandolo forte.
Tommy si guardò intorno con i suoi occhi grandi. Forse Bibi aveva ragione. Ripensò al viaggio che aveva vissuto per ritrovare la cugina, ai due importanti gnomi che lo avevano accompagnato nella sua avventura e si rese conto che quel viaggio gli aveva insegnato molto di più di tutti i libri che aveva letto.
Era felice e sentì di essere il bambino più ricco del mondo.
“Posso dirti una cosa senza che ti monti la testa?” chiese la cuginetta.
“Sentiamo…”
“Sei bellissimo con questo mantello! Cosa ne dici se lo portiamo a casa e continuiamo a giocare ai super-esploratori?”
“Ci sto! Ma questa volta giochiamo insieme!” concluse Tommy.
Tornarono a casa dei nonni che era appena sorto il sole. Bibi si mise nel letto a dormire esausta dal cammino.
Tommy fissò la mappa che Bibi aveva posato sul tavolo. L’arrotolò con cura e la nascose nel cassetto.
Non aveva bisogno di carte dettagliate. Adesso aveva tutta la vita per avventurarsi nel bosco con i suoi nuovi amici.